Cosa vuol dire Piano di Accumulo di Capitale PAC? Quante volte ne hai sentito parlare?

Il termine PAC è l’acronimo di Piano di Accumulo di Capitali ed è una strategia d’approccio all’investimento.

In Italia l’idea più diffusa è che un PAC sia una modalità di investimento in un fondo comune o ETF, ma come vedremo è una visione non del tutto esatta.

Se vuoi sapere cos’è un fondo comune allora ti consiglio di leggere anche questo articolo sull’argomento.

In questo articolo cercheremo di spiegarti il loro funzionamento, i loro vantaggi ed i loro svantaggi.

Il piano di accumulo di capitale è un ottima strategia per la gestione dei propri risparmi

Piani di Accumulo di Capitale, cosa sono e come funzionano?

Per capire cosa sono i PAC possiamo partire analizzando le singole parole che lo compongono:

  • Piano, è una strategia di investimento e quindi d’approccio all’investimento al risparmio;
  • Accumulo, abbiamo un’accumulazione dell’investimento cioè un incremento graduale e costante nel tempo. Di cosa?
  • Capitale, qui ci si riferisce risparmi dell’investitore che andranno utilizzatti.

Quindi un risparmiatore che sottoscrive o pianifica un PAC verserà quote costanti di capitali a scadenze regolari nel tempo.

I versamenti possono essere mensili, bimestrali, trimestrali, semestrali o addirittura annuali, ma è fondamentale che siano costanti nel tempo. 

La durata del Piano di Accumulo di Capitale, nel caso di sottoscrizione tramite fondo, può essere prestabilita ma solitamente è flessibile lasciando al risparmiatore la decisione.

Investire tramite un Piano di Accumulo di Capitale è un ottimo modo per far crescere il proprio capitale in modo graduale nel tempo.

Cos'è un piano d'accumulo? perché è importante un PAC? a cosa serve un PIC?

Quanto versare in un PAC e quanto deve durare?

Le classiche domande sono: quanto si deve versare in un PAC e quanto dovrebbe durare? 

Non c’è un’unica risposta a questa domanda, infatti non ci sono vincoli imposti: è una scelta personale e varia in base alle proprie possibilità.

Infatti, un Piano di Accumulo di Capitale può essere personalizzato in tutte le sue parti, la durata, la dimensione delle rate e la cadenza delle rate.

Si può sottoscrivere un Pac anche versando 50€ ogni mese, o ogni due mesi o perfino 50€ ogni tre mesi.

Questo viene fatto alla sottoscrizione appunto per permettere a tutte le diverse tipologie di investitori di accedervi.

Noi solitamente consigliamo di dedicare ad un PAC una cifra che non incida sulla nostra vita, di pensare al lungo periodo e di dimenticarcene. 

Un grave errore è pensare ad un piano di accumulo di capitale come un investimento con durata di pochi anni o addirittura di qualche mese!

In questa strategia d’investimento la cosa più importante è il tempo e la costanza nell’investimento che si dovrà protrarre per anni o spesso anche con durata indefinita o, come si suole dire, nel settore assicurativo a vita intera.

Quali sono i vantaggi di un Piano di Accumulo di Capitale, PAC?

Questo strumento, come abbiamo detto, è accessibile a tutti e offre diversi vantaggi:

  • La flessibilità

come abbiamo visto l’investitore, al momento della sottoscrizione, è libero di scegliere la durata del piano, l’importo e la cadenza del versamento così da permettere anche ai piccoli risparmiatori di accedervi.

  • La mitigazione del rischio

Grazie ai versamenti a scadenza regolare nel tempo, il PAC permette di mitigare il rischio legato al momento d’ingresso nel mercato finanziario e tra poco vedremo nel dettaglio come.

  • L’accumulo del risparmio

L’obbligo dei versamenti regolari ed automatizzati “impone” all’investitore un accumulo continuo di capitale che porterà nel tempo ad un fondo che, difficilmente, il risparmiatore medio sarebbe riuscito a crearsi.

  • L’esclusione dell’emotività

 Questo è un altro vantaggio molto importante del Piano di Accumulo di Capitale. 

Solitamente un PAC viene dato in gestione, e questo ci permetterà d’avere un distacco emotivo dall’investimento.

Essendo infatti i versamenti costanti in fondi comuni gestiti da professionisti del settore, riusciamo ad eliminare la componente psicologia che riesce ad influenzare gli investitori causando la così detta FOLE cioè la paura di perdere tutto che porta il risparmiatore a chiudere i propri investimenti in perdita o la FOMO cioè la paura di rimanere esclusi che porta l’investitore a comprare seguendo la moda del momento.

Ma come può un piano d’accumulo di capitale mitigare il rischio?

Come sappiamo, i mercati finanziari sono molto volatili e seguono delle stagionalità, alternando mercati “bear” cioè in discesa, con mercati “bull” cioè in salita.

Cosa succederebbe se dovessimo fare il nostro investimento in un’unica soluzione all’apice di un mercato in salita e poco prima di un picco?

Penso che tu abbia già capito la risposta, avremmo una perdita non indifferente del nostro capitale e avremo bisogno di molto tempo per recuperarla.

Ma se diluissimo nel tempo il nostro investimento riusciremmo a mitigare gli effetti di queste oscillazioni di mercato.

Capiterà di acquistare prima di un una caduta dei mercati ma allo stesso modo capiterà di acquistare dopo una caduta dei mercati e così si compenseranno le perdite legate al primo acquisto.

Questo vantaggio porta all’investitore una serenità mentale che altrimenti non avrebbe e sarà disposto ad investire in mercati anche più volatili e rischiosi.   

Dollar Cost Averaging e Piano di Accumulo di Capitale

Se ti dicessi Dollar Cost Averaging cosa ti viene in mente?

Probabilmente è una parola che hai già sentito da qualche parte mentre leggevi alla ricerca del tuo prossimo investimento, o su uno dei libri di finanza e investimenti che hai già letto.

È una parola molto usata quando si parla di investimenti ed anche un’ottima strategia d’investimento.

Si tratta di una strategia che ha origine da Benjamin Graham e viene trattata in modo approfondito nel suo famosissimo libro “L’investitore intelligente”, considerato l’ispiratore di Warren Buffet.

Cosa vuol dire Dollar Cost Averaging?

In italiano il DCA viene tradotto con PAC che, come ormai sappiamo, è l’acronimo di Piano di Accumulo di Capitale.

Già dalla parola possiamo capire molto: questa strategia d’investimento è basata su acquisti periodici di azioni, fondi, ETF o altri strumenti usando quote costanti di capitale.

Troppo spesso si pensa al PAC come uno strumento legato al solo investimento in fondi comuni, questo modo di pensare però è limitante. 

Come possiamo vedere dal grafico, se avessimo deciso di effettuare l’investimento in un’unica soluzione a gennaio, ad agosto saremmo ancora in perdita.

Se invece avessimo deciso di seguire la strategia del Dollar cost Averaging, utilizzata nel nostro Piano di Accumulo di Capitale, avremmo acquistato ai massimi di gennaio ma anche ai minimi di luglio.

Spezzando il nostro ingresso nei mercati finanziari siamo riusciti a mitigare il rischio e ad agosto avremmo un valore medio d’acquisto di 6,25€ invece che di 10€.

L’enorme vantaggio del PAC è dunque la possibilità di investire in momenti differenti, investendo quote costanti di capitale nel tempo ridurremo il rischio legato al market timing, infatti, compreremo sia quando il mercato scende che quando il mercato sale ottenendo un prezzo medio che difficilmente porterà a fluttuazioni estreme, sia in senso positivo che negativo.

Quali sono i rischi di un Piano di Accumulo di Capitale, PAC?

Come in ogni strumento finanziario, ci sono i pro ma anche i contro con i relativi rischi ad essi connessi:

  • Possibilità interruzione del PAC

Questo rischio è legato all’emotività del risparmiatore, infatti capita molto spesso che l’investitore, durante periodi ribassisti del mercato, decida di chiudere il piano di accumulo vanificando i benefici del DCA.

  • Spese di gestione e sottoscrizione

Se decidiamo di effettuare il nostro PAC tramite fondi comuni dovremo sostenere anche i relativi costi di gestione, sottoscrizione ed eventuali costi d’uscita che andranno ad intaccare i nostri profitti.

  • Timing uscita

 In questo caso il rischio è legato al momento d’uscita dal Piano di Accumulo di Capitale.

Come abbiamo visto dal grafico, potrebbe capitare infatti di trovarci in un momento ribassista dei mercati in cui, come sappiamo, è sconsigliato chiudere lo strumento. 

Ci troveremmo quindi vincolati a portare avanti l’investimento ancora per mesi o anni.

Il PAC come strategia d’Investimento

Il Piano di accumulo di Capitale può essere un’ottima strategia di investimento, non è ideale per investimenti a breve termine ma solo per investimenti nel lungo periodo.

Non dobbiamo vedere questa strategia vincolata solo ai fondi comune d’investimento: l’investitore più esperto, infatti, può crearsi un Piano di Accumulo di Capitale e gestirlo personalmente effettuando investimenti su diversi strumenti ma mantenendo il capitale costante e a scadenze regolari.

Sicuramente per l’investitore meno esperto non è consigliato seguire la strategia del Dollar Cost Averaging in autonomia, ma è consigliabile appoggiarsi ad un professionista.

Qual è il Piano di Accumulo di Capitale migliore? Come sceglierlo?

Come scelgo il PAC migliore per me?

In primis dovrai capire a che livello sono le tue conoscenze in ambito finanziario e quindi capire se sei in grado di seguire la strategia dei DCA in autonomia oppure no.

Se sei in grado di seguire questa strategia allora sarai anche conscio dei rischi che corri qualora commettessi un errore di valutazione o nel caso ti facessi controllare dall’emotività.

Se invece non ritieni d’avere le conoscenze adeguate per investire in autonomia, ti consiglio di affidarti ad un gestore e quindi di crearti un Piano di Accumulo di Capitale tramite un fondo di investimento comune o un ETF.

Ma come scelgo il fondo migliore per le mie esigenze?

In questo articolo abbiamo spiegato nello specifico cos’è un fondo ed i diversi tipi, ti consiglio di dargli una lettura e sono sicuro che potrà aiutarti nella tua scelta.

Ma come si fa un Piano di Accumulo di Capitale, PAC con ETF?

In questo sicuramente avrai delle spese ridotte rispetto ad un PAC tramite fondi comuni ma dovrai essere te a ricordarti ogni mese di acquistare l’ETF su cui hai deciso di investire.

Sicuramente avrai lo svantaggio di dover inserire manualmente l’ordine ogni mese ma d’altro canto avrai un gran vantaggio in termine di costi sostenuti.

Se dovessi procedere per questa strada ricordati di scegliere un ETF ad accumulazione che reinveste in automatico i proventi e allo stesso tempo ottimizzi la tassazione.

Quali sono i costi in un Piano di Accumulo di Capitale, PAC?

Quando si deve decidere se sottoscrivere un PAC, vanno considerati i costi che gravano sullo strumento che possono incidere notevolmente sui nostri profitti. Infatti abbiamo:

  • Costi di sottoscrizione, varia in base al fondo d’investimento comune scelto ed è nettamente più alto rispetto ad un ETF. 

Molto spesso, il gestore addebita fino al 30% delle spese al momento della sottoscrizione, spalmando il restante 70% sulle restanti rate.

  • Diritti fissi, sono dei costi fissi e vengono specificati al momento della sottoscrizione del fondo. 

Una strategia utile per abbattere l’impatto di questo costo è accorpare le rate e, invece di versale mensilmente, investire la rata bimestralmente o trimestralmente.

Prendiamo ad esempio una rata di 100€ al mese, se dovessimo pagare 1€ di commissione avremmo una perdita del 1% sul nostro capitale ad ogni ingresso. Se invece decidessimo di effettuare versamenti trimestrali da 300€ pagando 1€ di commissione, la perdita sarebbe ridotta allo 0,33%.

  • Spese di gestione, in ogni fondo d’investimento gestito è richiesta una commissione di gestione che solitamente viene tolta direttamente dal rendimento annuale.
  • Costo chiusura anticipata, questo costo viene sostenuto nel caso di chiusura anticipata del piano di accumulo di capitale. È un costo per disincentivare l’investitore a chiudere lo strumento e solitamente si riduce con il passare degli anni.

Ricordiamoci sempre che un PAC non deve essere pensato come un investimento a breve termine ma a lungo termine.

Qual è la differenza tra un PAC e un PIC

Sicuramente ora saprai cos’è un PAC, ma cos’è invece un PIC?

La parola PIC è l’acronimo di Piano di Investimento di Capitali e si riferisce all’investimento in un’unica soluzione del nostro capitale.

Come ormai sappiamo, l’investimento in un’unica soluzione porta con sé rischi più elevati.

Il PIC e il PAC spesso e volentieri vengono attivati insieme, infatti l’investitore investe le somme già risparmiate nel tempo in un Piano di Investimento di Capitali e sottoscrive un Piano di Accumulo di Capitale a “rate”.

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