È innegabile che, negli ultimi anni, i fondi pensione stiano diventando un argomento sempre più importante per le famiglie italiane e sempre più oggetto di riflessione sul futuro di ogni persona.

L’incertezza del futuro e dell’età pensionabile sono, ad oggi, uno degli argomenti più discussi e trattati in ambito lavorativo vista la situazione pensionistica del nostro Paese.

I Fondi Pensione, secondo l’ordinamento giuridico italiano, sono uno strumento appartenente al sistema pensionistico privato destinato ai lavoratori che, in questo modo, potranno crearsi una pensione complementare.

La pensione complementare andrà ad affiancare la pensione erogata dagli Enti previdenziali, la quale è definita “previdenza di primo pilastro”.

Da quando ti sei affacciato agli investimenti finanziari ti sarà capitato più volte di sentir parlare di fondi pensioni complementari: cosa sono più nel dettaglio?

 In questo articolo cercheremo di rispondere a tutte le tue possibili domande, quali:

Perché aderire ad un fondo pensione?

Come funzionano i fondi pensione?

Chi può aderire ad un fondo pensione?

Fondo Pensione, cos'è? come funziona? perché è utile averlo? Fondi pensione

Fondo pensione, perché crearselo, cos’è e come funziona

Non è strano che, nei primi anni di carriera lavorativa, le persone pensino poco o nulla alla pensione.

Infatti, per i neo-lavoratori, la pensione sembra un miraggio molto lontano e non si è certi se la si raggiungerà oppure no.

Tuttavia, con il tempo e vedendo l’incertezza legata all’età pensionabile e visti i continui cambiamenti legislativi, si è iniziato sempre più a valutare alternative che possano integrarsi alla previdenza di primo pilastro.

Secondo una ricerca di altroconsumo, la pensione ammonterà a circa il 70% dell’ultimo stipendio e questa non è neanche la peggiore delle ipotesi.

Quindi, se ad oggi il tuo stipendio si aggira sui 1.300€ mensili, la tua pensione ammonterebbe a circa 910€ mensili.

Sono queste misere prospettive che portano le persone a chiedersi:

Come potrò mantenere il proprio tenore di vita per vivere tranquillamente?

Come può bastarmi una pensione di simile importo se avessi degli imprevisti/spese importanti da dover sostenere?

Le persone non vedono l’ora di andare in pensione perché finalmente “possono godersi la vita”: aspettano con ansia la fine del proprio lavoro per potersi permettere il viaggio tanto desiderato, oppure poter comprare per andare qualche mese all’anno la casa in montagna/ al mare, o aiutare economicamente i propri figli con l’acquisto della prima casa e via dicendo.

Se, però, ci si ritrova ad ottenere mensilmente una pensione come quella citata nel nostro esempio, come si può vivere così tranquillamente?

Ecco, quindi, che nasce l’esigenza di dover trovare soluzioni integrative alla nostra pensione.

Un modo per andare ad integrare la pensione che riceveremo dagli organi previdenziali, ma non l’unica possibilità, è l’utilizzo dei fondi pensione.

L’obiettivo del fondo pensione è molto semplice: riuscire a crearsi una rendita aggiuntiva che permetta di vivere serenamente la propria pensione quando finalmente si smetterà di lavorare.

Se ti interessa dai una lettura al nostro articolo sulle rendite passive.

Essendo scelte che dovremo portare avanti per anni, è fondamentale informarsi in maniera approfondita sull’argomento in modo da conoscere i vantaggi e gli svantaggi.

Un fondo pensione ha lo scopo di raccogliere i risparmi di chi vi ha aderito e di investirli, per poi generare una rendita o un capitale al sottoscrittore al momento della pensione.

I fondi pensione vengono distinti in Fondi Pensione Aperti, Fondi Pensione Chiusi o Negoziali e PIP.

Fondi pensione chiusi o negoziali, cosa sono e come funzionano

Quando si parla di fondi pensione chiusi o negoziali ci si riferisce a quei fondi che hanno origine da una contrattazione collettiva.

Questi fondi, infatti, vengono istituiti grazie ad accordi tra le organizzazioni sindacali di categoria ed imprenditoriali di un determinato settore.

I fondi negoziali o chiusi possono essere sottoscritti solo dai lavoratori appartenenti alla specifica categoria, ad esempio un dipendente appartenente alla categoria commercio non potrà sottoscrivere il fondo di categoria dei chimici.

Generalmente il lavoratore che aderisce a questa tipologia di fondo verserà il suo TFR ed avrà diritto anche al contributo del datore di lavoro in una % definita dal proprio contratto collettivo di categoria.

Al momento della sottoscrizione, il lavoratore potrà decidere in che modo verranno investiti i suoi risparmi. Solitamente vengono offerte varie opzioni legate al rischio: ovviamente maggiora sarà il rischio maggiore sarà il potenziale ritorno.

Sarà comunque possibile modificare il comparto di investimento, ma le tempistiche saranno legate al regolamento del fondo.

La Commissione di Vigilanza per i Fondi Pensione o COVIP è l’organo che vigila sul rispetto delle normative e una corretta gestione.

Fondi pensione aperti, cosa sono e come funzionano

I fondi pensione aperti, come si può intuire dal nome, sono sottoscrivibili da chiunque, sia in forma individuale che collettiva.

Questi fondi possono essere istituiti da Società di Gestione del Risparmio o SGR, Società di Intermediazione mobiliare o SIM, imprese di assicurazione o Banche.

Nei Fondi Aperti il patrimonio versato dai sottoscrittori è separato ed autonomo rispetto a quello dell’ente che li ha istituiti.

In questo modo, se la società dovesse fallire, il patrimonio dei sottoscrittori non potrà essere attaccato dai creditori della stessa.

Al momento della sottoscrizione sarà il lavoratore, dipendente o autonomo, a decidere l’importo e la periodicità del versamento nel suddetto fondo.

Per quanto riguarda il versamento del TFR nel fondo pensione aperto bisogna distinguere il lavoratore dipendente privato dal lavoratore dipendente pubblico.

Infatti, il lavoratore dipendente privato potrà decidere se versarlo mentre quello pubblico non potrà farlo.

Quando si tratta di contribuzione collettiva le regole vengono definite in fase di sottoscrizione tramite contratti e accordi collettivi aziendali.

Come per i fondi chiusi o negoziali, anche nei fondi aperti il sottoscrittore potrà decidere il comparto di investimento in base alla propria propensione al rischio e modificarla successivamente secondo le tempistiche del fondo.

Anche per i fondi pensione aperti è la Commissione di Vigilanza per i Fondi Pensione o COVIP a vigilare sul rispetto delle normative e una corretta gestione.

Piani Individuali Pensionistici, cosa sono e come funzionano

I piani individuali pensionistici o PIP sono vere e proprie polizze assicurative e quindi non sono dei veri e propri fondi ma possono utilizzare la denominazione fondo pensione.

Quando il lavoratore decide di sottoscrivere un piano individuale pensionistico, sta sottoscrivendo un’assicurazione vita caso vita che garantisce un premio capitale al momento della scadenza nel caso il sottoscrittore sia ancora in vita.

Anche i PIP, come i fondi pensione aperti, sono sottoscrivibili da chiunque indipendentemente quindi dalla situazione lavorativa.

Anche per i Piani Individuali Pensionistici sarà la Commissione di Vigilanza per i Fondi Pensione o COVIP a vigilare sul rispetto delle normative, e una corretta gestione.

Quanto rende un fondo pensione?

Come abbiamo visto in precedenza, tendenzialmente ogni fondo ha una classificazione in base al rischio, e in linea generale possiamo trovare tre categorie:

  • Prudente, la categoria a basso rischio solitamente composta da investimenti obbligazionari e che renderà meno di tutte. È il comparto destinato alle persone con una propensione al rischio bassa o in prossimità della pensione;
  • Bilanciato, questa categoria solitamente è composta da un mix di titoli di credito e titoli di capitale. È il comparto destinato alle persone con una propensione al rischio media;
  • Dinamico, questa categoria è invece composta prevalentemente da titoli di natura azionaria e con una minor componente obbligazionaria. È il comparto destinato alle persone con una propensione al rischio più elevata.

Il lavoratore dovrà decidere autonomamente quale comparto scegliere al momento della sottoscrizione e sarà inoltre possibile cambiare la categoria nel corso del tempo in base alle regole del fondo.

È quindi impossibile dare una risposta univoca sul rendimento di un fondo pensione, infatti, è impossibile prevedere gli andamenti futuri dei mercati finanziari ma possiamo affermare che c’è una stretta correlazione tra il rischio e il rendimento atteso. Maggiore sarà il rischio e maggiori saranno i possibili guadagni.

Vantaggi fiscali dei Fondi Pensione

Grazie alla normativa entrata in vigore dal 1° gennaio del 2007, chi decide di aderire ad un fondo pensione complementare, ottiene dei benefici fiscali.

La legge italiana prevede 3 principali vantaggi fiscali:

  • Deducibilità, annualmente il sottoscrittore del fondo pensione può dedurre in fase di dichiarazione dei redditi fino ad un massimo di 5.164,57€;
  • Tassazione, al momento del riscatto della pensione, l’aliquota che verrà applicata sarà ridotta rispetto ad altri investimenti. Più precisamente, dal 15% si riduce dello 0,30% annuo per ogni anno di sottoscrizione al fondo oltre al quindicesimo anno fino all’aliquota minima del 9%;
  • Tassazione rendimenti, la tassazione sui rendimenti è agevolata, infatti, avremo un’aliquota del 20% invece del 26% applicato sui rendimenti azionari, obbligazionari ecc. e del 12,5% sui rendimenti da Titoli di Stato.

Come riscattare il fondo pensione?

Immaginiamo che sia arrivato il fatidico giorno, hai raggiunto finalmente i requisiti previsti per legge e sei pronto ad andare in pensione!

Ma come funziona adesso?

Il fondo inizierà ad erogare la tua pensione complementare sulla base del capitale che sei riuscito ad accumulare nel tempo, compreso degli interessi maturati ed al netto delle imposte.

Solitamente abbiamo 3 opzioni tra cui scegliere:

  • Rendita Vitalizia, come per la pensione previdenziale di primo pilastro, riceverai un assegno mensile e, come per la pensione pubblica, anche la rendita vitalizia può godere della reversibilità in caso di morte del sottoscrittore;
  • Capitale, in questo caso non otterremo una rendita mensile ma il rimborso totale del capitale versato comprensivo degli interessi;
  • 50% Rendita 50% Capitale, come è facilmente intuibile dal nome, in questo caso otterremo una rendita vitalizia inferiore e il 50% del capitale versato.

Come riscattare il fondo pensione anticipatamente?

Nella vita sappiamo bene che può capitare di tutto, esistono gli imprevisti, e quindi potrai trovarti in un futuro con la necessità di dover attingere al capitale che hai accumulato nel corso degli anni.

In caso di necessità, piuttosto di dover chiedere un finanziamento, puoi riscattare parte del tuo fondo pensione.

Come si fa a riscattare anticipatamente il fondo pensione?

Ci sono diverse possibilità:

  • Spese mediche straordinarie, nel caso di gravi situazioni mediche del sottoscrittore, del coniuge o dei figli, è possibile richiedere fino al 75% del capitale versato in qualsiasi momento;
  • Spese acquisto prima casa o ristrutturazione, in questo caso è possibile richiedere fino al 75% del capitale versato ma solo dopo 8 anni dalla sottoscrizione del fondo;
  •  Qualsiasi motivo, passati 8 anni dalla sottoscrizione, è possibile richiedere fino al 30% del capitale versato senza bisogno di giustificazione;
  • Riscatto anticipato, è inoltre possibile avere il riscatto del 50% del capitale versato se il sottoscrittore non lavora da oltre un anno e del 100% se il sottoscrittore non lavora più da almeno 4 anni.

TFR nel fondo pensione, conviene?

Ancora ad oggi, molte persone sono indecise se lasciare il proprio TFR in azienda oppure investirlo nel fondo pensione.

Il TFR o Trattamento di Fine Rapporto, viene maturato mensilmente dal lavoratore e molto spesso viene visto come un “fondo d’emergenza” o come la propria pensione che andremo ad utilizzare finiti gli anni lavorativi.

Il fatto che questo “gruzzolo” si accumuli in autonomamente è un gran vantaggio, specialmente per le persone che hanno difficoltà nella gestione delle proprie finanze.

Ma cosa è conveniente fare con il TFR?

Il dipendente ha due possibilità:

  1. lasciare il TFR in azienda;
  2. decidere di versarlo all’interno di un fondo pensione.

La scelta di versare il proprio TFR in un fondo pensione viene incentivata dallo Stato che, infatti, dedica un vantaggio fiscale ai lavoratori che intraprendono questa strada.

La tassazione che viene applicata al momento della liquidazione del fondo pensione, come abbiamo visto, oscilla da un massimo del 15% ad un minimo del 9%.

La tassazione applicata al momento della liquidazione del TFR lasciato in azienda è pari all’aliquota media IRPEF sostenuta negli ultimi 5 anni di lavoro e può oscillare dal 23% al 43%.

Un altro vantaggio del fondo pensione è legato alla mobilità sul lavoro. I tempi sono cambiati ed è sempre più difficile rimanere nella stessa azienda per 20, 30 o 40 anni.

Il trasferimento dei versamenti da un fondo di categoria ad un altro non è tassato e questo permette all’interesse composto di continuare a lavorare sui nostri risparmi.

Al contrario, invece, se dovessimo cambiare lavoro e avessimo lasciato il TFR in azienda: al momento della liquidazione il nostro TFR verrà tassato.

Ultimo vantaggio da tenere in considerazione è che i rendimenti di un fondo pensione, tendenzialmente, sono superiori alla rivalutazione ordinaria del TFR lasciato in azienda. Su questo punto è importante tenere a mente che anche un solo punto percentuale può fare un’enorme differenza nell’arco di 40 anni.

Conclusione

L’importanza di pensare al proprio futuro e alla propria pensione è un dovere di ogni singola persona.

Lavorare con la speranza di ricevere una pensione pubblica abbastanza alta e convincersi che possa bastare per vivere serenamente è purtroppo un’utopia.

La necessità di crearsi un’entrata integrativa nasce proprio dalla volontà di poter vivere serenamente e in tranquillità la propria pensione dopo anni e anni di lavoro e sacrifici.

Come abbiamo illustrato, la scelta migliore consiste nel crearsi un’entrata integrativa alla pensione erogata dallo Stato. Uno dei modi può essere la sottoscrizione del fondo pensione, che comporta una serie di vantaggi illustrati in precedenza.

La scelta di sottoscrivere un fondo pensione e non lasciare il TFR in azienda è personale ma molto importante.

La sottoscrizione del fondo prevede i tre profili di rischio illustrati e sicuramente l’orizzonte temporale e l’interesse composto sono due dei vantaggi più importanti del fondo pensione.

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